Diamante

29/11/1939: con vento di guerra sigillavano un amore che sarebbe durato oltre sessant’anni, che non ho mai visto negli occhi e nelle mani di nessun altro. Un amore che era tutto: alleanza, tenerezza e passione.

Non dimenticherò mai il modo in cui gli occhi ciechi di mio nonno cercavano il braccio di mia nonna. La malattia gli aveva tolto il mondo ma i suoi occhi non sono mai stati vuoti.

Non dimenticherò mai quando abbiamo festeggiato le loro nozze d’oro, nel 1989 e lui, alla cieca, le ha preso il viso tra le mani e l’ha baciata. Per la prima volta davanti a noi. A settantasette anni. E lei, da vera concreta contadina, indurita dalla terra e dal sole, arrossì per quel gesto. A sessantanove anni.

Non dimenticherò nemmeno come e quando è stato concepito mio padre: una confessione che le scappò candidamente mentre io e mamma le facevamo il bagno, quando ormai  la meritata vecchiaia le fece il dono di scrollarle di dosso il pudore inutile per un gesto così naturale e pieno d’amore.

Ventinove Novembre Millenovecentotrentanove: “S’ultimu Isposu”.

 

[On Air: Elva Lutza-No Poto, No Potes]

9 Risposte a “Diamante”

  1. La mia bisnonna e il mio bisnonno fecero una fuitina da ragazzini, lei rimase incinta. Lui sparì e sposò una donna del Piemonte. Lei, dopo mia nonna, ebbe un altro amore. Rimase incinta, e lui sparì ancora. Così la mia bisnonna restò sola, una vita intera, con due figli. Fratelli di padri diversi. Quando il mio bisnonno tornò in Campania mia nonna aveva 33 anni, già aveva mia madre e un’altra figlia. Aprì la porta e si ritrovò davanti un padre che non aveva mai conosciuto. E che le disse “sono tuo padre”. Per il resto degli anni mia nonna lo onorò come se lo avesse sempre avuto con sè fin dalla nascita, mentre suo fratello era ed è ancora in Australia, emigrato. Lui suo papà non lo avrebbe mai visto e conosciuto. La mia bisnonna eil mio bisnonno si sposarono quando avevano circa 65 anni tutti e due. Nel 1985 è morto, e io bambina lo ricordo benissimo. La mia bisnonna è morta nel 1997, io avevo 20 anni. Ma prima di morire fece due cose che, sfido, nessuno avrebbe fatto con la sua età, il suo passato, la sua “onta” al paese. E’ salita sullo scooter di mio fratello a fare un giro, ed ha fatto un viaggio ROMA-SIDNEY andata e ritorno in aereo da sola. Facendosi capire in dialetto beneventano. Quando morì volle un gelato, glielo portò mio papà in ospedale. Il giorno dopo non c’era più.
    Ma io, se so ballare la tarantella e se conosco le storie del mio sangue di origine, lo devo solo a lei. E a quel suo grande amore per il quale sì, ha sbagliato, ma ha saputo persistere e perseverare come poche donne fanno.
    Fregandosene dei giudizi. Sempre a testa alta. Come una che si è assolta da sola e si è perdonata.

    1. Amica mia, finalmente posso rispondere da casa con calma.
      La storia delle donne della tua famiglia è avventurosa e avvincente, come quelle della mia famiglia. Questi erano i due nonni paterni, ma anche da parte materna ho storie da raccontare. E, come te, conosco le storie del mio sangue, perché i miei nonni le hanno raccontate.
      Sapere da dove si arriva ci da molte misure… Avrei voluto conoscerla, la tua bisnonna. Mi sarebbe piaciuta assai, lo so.

  2. mi piace essere colonna sonora di una storia così bella, un saluto e un abbraccio

    gianluca/elva lutza

    1. Tutto potevo pensare fuorché trovassi il mio blog e che fosse così ben censito sui motori di ricerca… Suonate nella mia auto da un pezzo ormai.. Bravi.

  3. Tutto potevo pensare fuorché si trovasse il ns. ciddì !!!!! potenza della distribuzione….

        1. Zì un pochino. Ma così quando diventi famoserrimo posso venderti su ebay e diventare finalmente miliardaria. E poi il Ciddì che sì autograffia è troppo avanti: anticipa i tempi!!!

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