Questo posto è un bozzolo sottile che mi avvolge e mi scalda un poco, nasconde la mia parte più fragile alla vista di chiunque, anche se lascia intravedere.
Fuori, nel giorno, c’è ostentata sicurezza, piacere nella provocazione dialettica e un sorriso sempre pronto. Sono anche così, in fondo anche questa corazza irriverente fa parte di me.
Mi sento perennemente inadeguata alla luce del giorno, al contesto, agli altri, anche i più prossimi. E non si vede. La gente ride con me, forse anche di me, e finché ride perché sono io a deciderlo e a ridere di me stessa, sta bene.
Dicono che io debba uscire dal bozzolo, uscire e basta, non si può restare per sempre una crisalide.
E io che dico? Io, meglio che non dico. Perché mi sento stupida a fare pensieri infantili.
“Per vidimare il terrore dell’ignoto
Del non essere più e dover ancora diventare
Se questo ignoto stadio dell’essere
(se è)
Se questa forma di vita non informata
Sparisce con l’intuizione
Estranea e superiore
Della dialettica del cosmo
Del segreto del divenire
Quotidiano ”
[Max Gazzè-Crisalide]