Avventiquattro*

L’attesa è vigile e pronta.

Aspetto chi parla la mia stessa lingua

con il corpo, la mente, la bocca, il cuore e le mani.

E il corpo, la mente, la bocca, il cuore e le mani

dicono la stessa cosa, all’unisono,

nella mia lingua.

Nella mia lingua non c’è modo di fraintendersi,

ci si può solo riconoscere

perché ciò che vedi è ciò che è.

 

*il numero 24 ha per me un significato speciale: è il giorno di mio nonno, quello in cui è nato e quello in cui si fa sentire forte accanto a me, che mi guarda le spalle. Credo che siamo tutt’uno coi nostri morti, perché “non c’è distanza che tenga quando un cuore cerca un altro cuore”, come dice Carmen. Anche quando la distanza è tra la vita e la morte.

[On Mind: Piero Marras-Mere Manna]