Apnea

Ho fatto quella telefonata parlando quasi in apnea, ho aperto la porta e il giardino condominiale era un spazio pieno di luce. Algida e fulgida. Nuvole d’argento che attraversavano il cielo trattenendo le lacrime. Un silenzio surreale attorno, come se la strada fosse priva di suoni mentre la gente formicolava ovunque attorno all’ufficio postale. E’ durato solo un attimo, quello in cui il nodo si è stretto allo stomaco, il cuore si è gonfiato tremando di paura e il magone si è stretto attorno alla gola.

Ecco cosa vuol dire camminare tremando di gioia e paura. Fare la scelta giusta, forse la più giusta che io abbia mai fatto. L’ho fatta da sola, sono sola e mi sento sola. E sto impazzendo di terrore oggi. Da domani non ci sarà più nessuna scusa per nascondersi.