L'Ombelico

Convivere con me stessa a volte è un problema. Come ora. Accettare di provare sentimenti che odio, che vorrei espellere dalla mia vita, dimenticare e non provare mai più, è sempre la parte più difficile. E vedere che, nonostante tutto, mi amo ugualmente, anche quando mi odio, come ora.
Sono arrabbiata, di un livore che non so quando sfocierà nell'ira. E ho torto marcio, e non ho motivo, se non quello di sentirmi, nel fondo dell'anima, ma nemmeno troppo in fondo, migliore degli altri. E pertanto reclamare una corsia preferenziale sull'autostrada della giustizia divina.
La verità è che ciò che mi fa male è vedere che la mia vita stagna, mentre quella dell'unica persona con cui io abbia fatto progetti -anche se campati per aria- va avanti con nuove emozioni. Non lo amo più, da tempo, perché questo non può essere amore. Ma forse è il mio acerbo, sovversivo e immaturo amore, quello dei bambini che, semplicemente, posseggono. Sono solo gelosa. E invidiosa. In fondo, ma non così in fondo, la mia immagine di giustizia divina consiste nell'idea che, se mi hai fatto del male, ti farei soffrire molto a lungo, e macerare nei sensi di colpa. Per lo meno finché la mia vita non gira bene, solo allora sarei disposta a perdonare. Ovviamente, poi, non conta il fatto che anche io ti abbia fatto del male, eventualmente.  Perché di quello mi sono già pentita.
Eh già, per fortuna che la giustizia divina non è nelle mie mani.

Ha ragione il mio amico Marco, quando dice che in fondo non sono cattolica per scelta.
Questa ne è la dimostrazione, credo.
Per fortuna dura poco tutto ciò.  Non sono solo questo.. Ma quando c'è, questa rabbia che mi divora, beh quando c'è io non riesco a stare nei miei panni. E mi odio, come ora, con tutte le lacrime amare che avevo giurato di ingoiare.

So di essere banalmente come chiunque. Forse sono persino peggio di chiunque. Ma tra sapere e sentire c'è un'enorme differenza. E in fondo, ma anche molto in superficie, mi sento migliore di molte altre persone.

On Air: Me, Myself and I.