La Chiave

Ci sono cose che non si possono scrivere, cose che scrivere sarebbe inopportuno, cose che si ha paura di scrivere, cose da condividere con cautela. Eppure spesso sono queste le cose che si scrivono.

Ci sono cose che a scriverle ci si fa male e a rileggerle ancora di più. Eppure sono quelle di cui a volte non si può fare a meno di scrivere, come ora.

Più di tutte c’è il pensiero di quegli occhi. Occhi a cui tengo in modo così irrazionale e che non vorrei deludere. E quel non voler deludere.. Ho paura che sia così ridicolo.. Così tanta paura che nascondo le briciole sotto i sassi perché alla delusione non c’è rimedio..

Ci sono quegli occhi che ho incontrato per caso e poi non ho più ritrovato, che parlano di un’anima errante, fragile e trasparente come il cristallo,  di un cuore coperto di neve, di una testa che sembra costantemente vagare in orbita, chissà quanti anni luce distante.

Ci sono quegli occhi che vedo ogni volta che chiudo i miei, e ogni volta che mi svegliano il cuore della notte sussulta insieme al  mio.

Io non riesco a smettere di cercarli tra la folla, i tuoi occhi, con il timore sacro di incontrarli ancora perché so che quel cristallo è un’arma che a volte usi, e dietro quell’aria così distratta ci sono i tuoi sensi vigili. Mentre i miei occhi bruciano di calor bianco, la mia testa corre con forbici in mano e il mio cuore è come il mare in tempesta. Ma questo desiderio è il più puro che io abbia mai conosciuto.

E ora che sono completamente nuda mi sento ridicola, come nella favola del re in mutande che recitai in terza elementare. Io ero il re. Il re in mutande.

Perché solo uno sciocco può credere che ci sia qualcun altro altrettanto sciocco da innamorarsi così.

[On Air: La Valse D’Amelie-piano version]