Il Qui ed Ora.

Giorni di domande, forse inutili, che popolano la mia testa. Giorni in cui i pezzi si compongono come avessero la calamita. Forse formano frasi sbagliate, ma che hanno un senso. C'è chi ha l'omino del cervello, io penso di avere l'Enigmista nel cervello, eh, quello di Batman, sì. 
Ma ancora una volta la chiave di lettura è il Tempo. 
Questo posto è un tavolo in cui rovescio le tessere, le sparpaglio mentre cerco di comporre il quadro. Alcune le metto a posto io, perché le riconosco, altre vanno a posto da sole, con il Tempo.  Non sempre l'immagine si compone qui, non sempre è possibile vederla. 
Questo posto è un lasciapassare per vedere cosa mi scorre dentro, cosa non ho l'occasione o il coraggio di tirare fuori là nella giungla quotidiana. A volte è uno specchio dell'anima, a volte è solo racconto, spesso è deposito di fuggevoli emozioni. C'è chi pagherebbe per sapere cosa passa nella mente altrui. Questo è un punto d'osservazione di quel corridoio di passaggio ch'è la mente. Lo è per me e lo è per chi viene a leggere. Alcune cose hanno un senso, ma non tutte hanno un significato. Il significato, il simbolo, non sono io a stabilirlo o riconoscerlo a priori nel momento in cui scrivo, è il Tempo a darglielo, a darmelo. 
Non tutti i lettori hanno gli stessi elementi per districarsi tra i  miei pensieri.  C'è chi più, chi meno. 
Questo posto non è fatto solo da me, il senso lo danno anche gli occhi che leggono. 
C'è chi pagherebbe per sapere cosa passa nella mente altrui. Io pagherei per non saperlo, perché so cosa vuol dire accogliere e sopportare. Mi sfianca, e sono poche, rare, le persone di cui accetterei di conoscere il corridoio. Questo posto ti da l'idea concreta del fatto che se non ci è dato di leggere nel pensiero un motivo c'è.  Se abbiamo pensieri che non condvidiamo, un motivo c'è. Ma se decidi di farlo, sia di condividere i tuoi che di osservare quelli di chi ti da il passepartout, devi essere consapevole che potrebbe essere difficile e indigesto conoscere e accettare l'esistenza di certi pensieri, perché non sai se sono fuggevoli o duraturi -questo può dircelo solo il domani-. Come io so che fornendo un lasciapassare per questo posto posso creare delle reazioni, delle ripercussioni, che potrebbero essere difficili da capire, accettare e metabolizzare. 
Questo è un non-luogo pieno di sia di bugie che di verità. Da solo non ci da la visione d'insieme, che si forma sempre fuori da qui. Questo è un non-luogo affascinante e pericoloso. Ci vuole equilibrio e saldezza d'animo, quella che talvolta io non ho e che si forma anche qui dentro, che ha come punto d'origine le mie fragilità e scaturisce sempre e inevitabilmente dalle mie voragini interiori.
A volte può essere un privilegio leggermi,  altre una maledizione. Per me e per gli altri. 
Questo non-luogo è un generatore di crisi, nel suo etimo di "frattura", sia perché le contiene, le fratture, sia perché le crea. 
E io qui dentro sono burattinaio e burattino. Posso stabilire cosa scrivere conoscendone già gli effetti su chi mi legge, prevedendone quasi sempre le reazioni. So cosa scrivere se voglio rassicurare. 
E scelgo sempre di non manipolare. Se un pensiero consolerà o darà certezze e speranze deve essere autentico. Nove volte su dieci è destabilizzante. E me ne assumo il rischio e le responsabilità.