E finalmente liberarmi dei pesi, ad uno ad uno, sentirli che cadono alle mie spalle con un tonfo sordo e non voltarmi per guardarli giacere al suolo. Sentirmi stanca, sfinita, spossata. Eppure pronta a correre ancora.
E poi sentire quel calore, quello che mi spinge nuovamente verso la vita, come la risacca sulla sabbia. Quella voglia "di ricominciare, ad intricare e districare". Quella curiosità che mi porta a trovare occhi che parlano la stessa lingua dei miei. Quella consapevolezza che non andrò lontano, nemmeno stavolta. E che stavolta, come le altre volte, niente è cambiato e tutto è cambiato. Quella speranza che, almeno stavolta, il tonfo non sia quello del mio cadavere. 
E quella sensazione magnifica di essere vivi.

Una risposta a “”

  1. Leggo tutte le splendide contraddizioni dell'essere umani.
    Un abbraccio.. spero tu stia bene…
    Daniel

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